06 marzo 2007

L'Utopia del "piccolo" berlusconi è il plagio

Qualche giorno fa un mio amico mi ha prestato un libro che da tempo volevo leggere... "Utopia" di Tomaso Moro.
Libro stupendo, divorato in due sere... ma forse ancora più interessante del libro, Moro mi perdoni!, è l'edizione che mi è capitata tra le mani. Il volume risulta edito da "SILVIO BERLUSCONI EDITORE", e presenta anche una prefazione, per altro molto bella, a firma proprio di Silvio Berlusconi. Ho fatto un paio di foto al volume che mi è stato prestato, la prima è una vista di copertina e l'altra la firma in calce alla prefazione:
Bene, la storia che sta dietro a questa edizione e prefazione è fedelmente raccontata in un articolo di Marco Travaglio che riporto quì di seguito:

«Il Firpo», di Marco Travaglio L'Unità, 27 marzo 2006
Torino - Un giorno d'estate di metà anni 80 Luigi Firpo se ne stava in poltrona nella sua villa sulla collina torinese con la moglie Laura. Faceva zapping in tv. Su Canale5 una graziosa signorina intervistava il padrone, Silvio Berlusconi. E ne magnificava l'enorme bagaglio culturale: "Lei è anche un grande studioso dei classici…". Il Cavaliere si schermiva: "Ma no, non dica così…". E lei: "Sì, invece, non faccia il modesto. Lei, dottore, ha appena pubblicato un'edizione pregiata dell' Utopia di Tommaso Moro, con una bellissima prefazione e una perfetta traduzione dal latino…". E lui: "Beh, in effetti il latino non lo conosciamo tutti, bisogna tradurlo…". Firpo, grande intellettuale torinese, polemista della Stampa con i suoi "Cattivi pensieri", ma soprattutto docente universitario di Storia delle dottrine politiche e fra i massimi esperti di cultura rinascimentale, drizzò le antenne. Anche perché aveva da poco tradotto e commentato un'edizione dell'"Utopia" per l'editore Guida di Napoli. L'intervistatrice attaccò a leggere la prefazione del Cavaliere. Dopo le prime due frasi, l'anziano studioso fece un salto sul divano: "Ma quella prefazione è la mia! È tutta copiata! Ma chi è questo signore? Ma come si permette?".
L'episodio è tornato in mente a Laura Salvetti Firpo, la vedova, qualche giorno fa, quando Silvio Berlusconi in una delle sue tele-esternazioni elettorali si è così descritto in terza persona: "Il presidente del Consiglio si è nutrito di ottime letture e ha un curriculum di studi rilevantissimo...". E' corsa in archivio, ha estratto una cartella intitolata "Berlusconi", ne ha cavato uno strano bigliettino autografo del Cavaliere e ha deciso di raccontarne il retroscena. "Era subito dopo le vacanze estive, credo in settembre. Firpo (lei lo chiama rispettosamente così, ndr), quando scoprì in tv che Berlusconi aveva copiato la sua versione dell'Utopia, si attaccò subito al telefono per avere quel libro. Gli risposero che era un'edizione privata, in pochi esemplari, riservata all'entourage del Cavaliere. Ma lui, tramite l'associazione milanese degli Amici di Thomas More, riuscì a procurarsi una copia in visione. La sfogliò e sbottò: 'Non è un plagio, è peggio!Quello ha copiato interi brani della mia prefazione e la mia traduzione integrale dal latino, mettendoci la sua firma. Non ha cambiato nemmeno le virgole!'. Prese carta e penna e scrisse a Berlusconi, intimando di ritirare subito tutte le copie e annunciando che avrebbe sporto denuncia. Qualche giorno dopo squillò il telefono di casa: era Berlusconi". A questo punto inizia un irresistibile balletto telefonico, con il Cavaliere che cerca scuse puerili per placare l'ira dell'austero cattedratico, e questi che, sbollita la furia, si diverte a giocare al gatto col topo. Firpo si fa beffe del plagiatore smascherato, minacciando di mettere in piazza tutto e trascinarlo in tribunale. "Berlusconi -ricorda la moglie- incolpò subito una collaboratrice, che a suo dire avrebbe copiato prefazione e traduzione a sua insaputa. E implorò Firpo di soprassedere, pur precisando di non poter ritirare le mille copie già stampate e regalate ad amici e collaboratori. Firpo, capito il personaggio, cominciò a divertirsi alle sue spalle. Lo teneva sulla corda con la causa giudiziaria.E Berlusconi continuava a telefonare un giorno sì e un giorno no, con una fifa nera. Pregava di risparmiarlo, piagnucolava che uno scandalo l'avrebbe rovinato".
Pure Franzo Grande Stevens, famoso avvocato e consigliere di casa Agnelli, che di Firpo era amico anche per via della comune candidatura nel Pri, seguì la faccenda da vicino: "Firpo mi raccontò di quel plagio. Era esterrefatto. Anche perchè Berlusconi, anzichè scusarsi, davo la colpa a una segretaria: 'Eh professore, sapesse, qui non ci si può più fidare di nessuno…'. Poi cercò di rabbonirlo con regali costosi, che il professore rispedì sdegnosamente al mittente". "Passava - ricorda la moglie Laura - intere mezz'ore al telefono col Cavaliere.E alla fine correva a raccontarmele, fra l'indignato e il divertito: 'Sapessi quante barzellette conosce quel Berlusconi. È un mercante di tappeti, una faccia di bronzo da non credere, sembra di essere in una televendita". Il tira e molla si trascinò per diversi mesi. Anche con uno scambio di lettere, ancora riservate (saranno pubbliche solo nel 2009, vent'anni dopo la morte dello studioso). Per ora c'è solo quel bigliettino rimasto nei cassetti della signora Laura, visto che era indirizzato anche a lei: "Accompagnava un doppio regalo per Natale, credo del 1986.Nel frattempo Berlusconi aveva pubblicato un'edizione riveduta e corretta dell'Utopia, senza più la prefazione copiata e con la traduzione di Firpo regolarmente citata. Ma Firpo seguitava a fare l'offeso, ripeteva che la cosa era grave e la stava ancora valutando con gli avvocati. Un giorno lo invitarono a Canale5 per parlare del Papa e si ritrovò Berlusconi dietro le quinte che gli porgeva una busta con del denaro, 'per il suo disturbo e l'onore che ci fa'. Naturalmente la rifiutò. Poi a Natale arrivò un corriere da Segrate con un bouquet di orchidee che non entrava neppure dalla porta e un pacco:dentro c'era una valigetta ventiquattr'ore in coccodrillo con le cifre LF in oro". Il biglietto d'accompagnamento è intestato Silvio Berlusconi, datato "Natale 1986" (ma l'ultima cifra è uno scarabocchio) e scritto a penna: "Molti cordiali auguri ed a presto… Spero! Silvio Berlusconi". Poi una frase aggiunta a biro: "Per carità non mi rovini!!!".
Ma Firpo continuò il suo gioco: "Rispedì la borsa a Berlusconi, con un biglietto beffardo: 'Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma gli oggetti di lusso non mi si confanno: sono un vecchio professore abituato a girare con una borsa sdrucita a cui sono molto affezionato. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi'…Non lo sentimmo mai più".

E invece tratta da Internet la foto del biglietto in cui berlusconi prega Firpo di non rovinarlo...

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

che spettacolo.......... questa, tra le tante, m'era sfuggita

03 marzo, 2010 03:57  
Anonymous Anonimo said...

gentile blogger :)
mi sono imbattuta casualmente nella sua pubblicazione riguardante "L'Utopia" di Tommaso Moro e l'ho eletta come risposta ita[G]liana alle dimissioni del ministro tedesco Guttemberg a causa del plagio della tesi di dottorato. mi son presa la libertà di pubblicare il link del suo blog su facebook, che ho trovato splendido, spero nn me ne voglia.
pregiandomi di averla letta, cordialmente la saluto.
antonella

01 marzo, 2011 13:13  

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